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La Certosa di Padula
La Certosa di Padula

La Certosa di Padula

Da leggere sorseggiando un bicchiere di vino rosso (suggeriamo Piedirosso), proprio come i monaci della Certosa erano soliti fare una volta al giorno.

Prologo

Il Cilento è una regione geografica d’Italia dove il Tempo ricorda costantemente del suo potere all’uomo. La leggenda narra che il Tempo s’innamorò della bellezza delle opere d’ingegno umano e ne garantì immunità dagli effetti del suo scorrere, così che non potessero mai erodere o cadere a pezzi, mantenendo per sempre la loro bellezza.

Oggi vi portiamo alla Certosa di Padula, un posto dove questa promessa s’è mantenuta intatta, tra le mura e i porticati del monastero, dove ogni angolo sussurra vite e storie ormai lontane.

Come ci siamo arrivati

La Certosa si trova nella provincia di Salerno, che è la provincia più a sud della regione Campania, nel sud Italia. Raggiungere la Certosa è sorprendentemente semplice. Per questo viaggio, eravamo di base a Policastro Bussentino (140 km o 87 miglia a sud di Salerno) e abbiamo iniziato prendendo la SS 512var fino a Buonabitacolo. La SS 517 o Strada Statale 517 collega Policastro Bussentino con l’A2 e diversi altri luoghi nel Cilento, tra cui Morigerati, che è dove si trova l’Oasi WWF “Grotte del Bussento”. Siamo andati fino al collegamento con la SS 19, che collega la vicina città di Battipaglia fino a Catanzaro, in Calabria, ed è lunga 365 km o 227 miglia! La maggior parte della strada ora è costituita dalla nuova autostrada gratuita A2. Da lì, proseguite dritto per 4 km (circa 2,5 miglia) e poi girate a destra in Viale Certosa, dove andrete dritto fino a quando incontrerete l’ingresso della Certosa sulla sinistra. Sulla destra, c’è un parcheggio a pagamento dedicato.

Al momento non ci sono collegamenti ferroviari dalla città di Salerno, ma il sito ufficiale della Certosa afferma che ci sono alcuni collegamenti tra Salerno e Certosa, anche se per arrivare dalla stazione degli autobus di Padula alla Certosa è necessario percorrere a piedi 3 km lungo una pista ciclabile.
Per questa gita, ci siamo trovati bene seguendo le istruzioni fornite dalle app di navigazione.

L’ingresso alla certosa non è gratuito, ma ci sono alcuni sconti per gruppi, insegnanti e giornalisti, come indicato nel sito ufficiale. Abbiamo pagato 8€ a testa per l’accesso a tutte le aree della Certosa, e consigliamo di acquistare questo biglietto perché è il migliore in termini di rapporto qualità-prezzo e ci ha permesso di avere un’esperienza più completa del luogo.

Cosa abbiamo visto (e un po’ di storia)

La Certosa di Padula, o Certosa di San Lorenzo, è uno dei più antichi monasteri certosini d’Italia, nonché il secondo più grande in Europa. Situato nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, in Campania, vanta il chiostro più imponente al mondo, con una superficie di 15.000 metri quadri. La magnificenza architettonica e la vastità di tesori presenti nella Certosa di San Lorenzo a Padula lo rendono uno dei complessi monastici di maggior interesse architettonico a livello europeo. Dal 1998 la Certosa è stata dichiarata, non a caso, patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Fu il primo monastero certosino a essere eretto in Campania; fu realizzata su commissione di Tommaso di Sanseverino nel 1306 e dedicata a San Lorenzo. Nonostante venne edificata in epoca medievale, la struttura presenta uno stile barocco, frutto dei numerosi lavori di rifacimento che interessarono l’edificio fino al XIX secolo e che raggiunsero il culmine proprio a cavallo del 1500. Il monastero fu poi chiuso nel 1807, quando fu abolito l’ordine dei certosini. Nel corso dei secoli, molte opere d’arte furono sottratte alla Certosa. Più volte, nel corso di vari conflitti, fu destinata a diventare una caserma e, successivamente, fu anche utilizzata come campo di concentramento durante le due guerre mondiali. Dal 1957 parte dell’ex convento ospita il museo archeologico della Lucania occidentale.

Molti personaggi famosi vennero a visitare il monastero in pellegrinaggio nel corso della sua lunga storia. L’impressionante elenco include l’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, che si fermò alla Certosa con il suo esercito mentre tornava dalla conquista di Tunisi nel 1535: secondo alcuni resoconti, durante la sua visita, fu preparata una frittata gigante composta da oltre 1.000 uova.

Per quanto riguarda l’edificio, è stato curioso scoprire che l’impianto costruttivo delle certose rimaneva sempre uguale, qualsiasi fosse il paese in cui venivano costruite. Questo dipende dalla rigida applicazione della regola nel monastero. Gli ambienti delle certose si dividono in “casa bassa” e “casa alta”: nella prima rientrano i luoghi di lavoro, dove i conversi, monaci a tutti gli effetti, ma che volontariamente non prendono il voto di clausura, alloggiavano, e dirigevano le varie attività produttive e i servizi. La seconda, invece, è la zona di residenza dei padri, adatta per condurre una vita ascetica in assoluto silenzio e nella più stretta clausura.
L’ingresso alla certosa avviene dal lato orientale dove, varcata la porta d’ingresso, ci si immette in un ampio cortile a forma rettangolare. Il cortile era un tempo il punto che più di ogni altro aveva contatto con l’esterno; su questo affacciavano infatti i siti di produzione del complesso: le speziere, le scuderie, le stalle, le lavanderie, i granai, la farmacia e le officine.

Le Nostre Beautiful Views:

Cucina
L’elemento centrale che salta subito all’occhio è la grande cappa posta al centro, su una grande fornace centrale decorata alla base da mattonelle maiolicate. Sulla parete di fondo della sala è invece il grande affresco della Deposizione di Cristo datato 1650 e firmato “Anellus Maurus”, probabilmente un monaco. Alle spalle della cucina, delle scale conducono al seminterrato, dove ci sono le cantine in cui veniva conservato il vino, di cui i certosini (secondo le loro regole) potevano consumarne al massimo un bicchiere al giorno. All’esterno vi è il piccolo chiostro della cucina, dove una vasca in pietra al centro dello spazio era usata per far fermentare il vino prodotto dai monaci.


La scala per la biblioteca
Alla biblioteca si accede percorrendo il corridoio che porta al chiostro grande e, proprio in prossimità dello stesso, accedendo ad una porta sulla sinistra immediatamente dopo l’ingresso all’appartamento del priore. A quel punto, tramite una piccola scala elicoidale in pietra della metà Quattrocento, compiendo circa un giro e mezzo, si arriva dinanzi al portale d’entrata su cui insiste nel timpano la scritta Da sapienti occasionem et addetur ei sapientía (offri al saggio l’occasione e la sua sapienza crescerà).


Il chiostro grande
Opera iniziata alla fine del Cinquecento e finita nella prima metà del Seicento, la parte inferiore, e in quella del Settecento, nella parte superiore. Si tratta di uno degli elementi di maggior spicco sotto il profilo architettonico e artistico della certosa, fungente da punto di congiunzione tra la zona di clausura del monastero e quella più “rivolta all’esterno”.


Lo scalone ellittico.
Sul lato estremo occidentale del complesso, risalente all’ultimo quarto del Settecento, è il monumentale scalone ellittico. Chiuso all’esterno da una torre ottagonale, lo scalone conduce al primo piano del chiostro grande, utilizzato dai monaci di clausura per la loro “passeggiata settimanale”. L’opera è frutto di Gaetano Barba, architetto allievo di Luigi Vanvitelli che operò dagli anni settanta del Settecento in certosa per compiere la galleria al primo piano del chiostro grande. Probabilmente il progetto è invece di Ferdinando Sanfelice, maestro napoletano ideatore di questo tipo di architettura a doppia rampa. Salendo lo scalone, la torre ottagonale che lo chiude dall’esterno è caratterizzato da sette finestroni aperti verso il giardino all’italiana, di rifacimento settecentesco che utilizzavano i monaci di clausura per le loro uscite durante le festività. Da qui, infine, si sviluppa tutta l’area verde che circonda le mura esterne del complesso.

 


Conclusioni

La visita alla Certosa di Padula è una piacevole deviazione da qualsiasi itinerario nel Cilento e per noi è stata una tappa fondamentale della nostra esplorazione. La Certosa è un luogo che offre uno spaccato tangibile della vita quotidiana dei monaci e della vicina città di Padula, testimone di storie lontane e di epoche passate.

Come sempre, grazie per aver esplorato con noi, ed arrivederci alla prossima Beautiful View!

Fonti

Certosa di Padula – Wikipedia

Certosa di San Lorenzo – Ministero della Cultura

La storia della Certosa di Padula – guidaturistica.campania.it

Certosa di Padula – Sito ufficiale

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